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Notizie in breve
Introduzione e Preghiera
All'inizio di luglio, nei pomeriggi dei giorni 1 - 2 - 3 abbiamo realizzato un Consiglio Pastorale per verificare il cammino dell'anno pastorale appena terminato e programmare il prossimo.
A fine giugno (25 e 26) abbiamo avuto il convegno annuale diocesano dove sono stati presentati i contributi raccolti in questi ultimi anni per arrivare ad un Piano Pastorale Diocesano e si è verificato il 1° anno di programmazione diocesana.
Si è sottolineato che ancora non c'è un sentire diocesano ma ognuno segue il cammino del proprio gruppo con scarso riferimento alla vita diocesana.
E' necessario scoprire l'appartenenza alla Diocesi nei suoi avvenimenti e nel cercare di inserirsi in questo sforzo che si sta facendo per arrivare a un programma che accomuni tutte le parrocchie pur nel rispetto del cammino proprio di ogni comunità parrocchiale.
Si è pensato quindi di ripetere la programmazione dell'anno passato per dargli un nuovo impulso. Come già ripetuto più volte non sarà un programma che vincolerà in tutto e per tutto una parrocchia ma saranno delle linee comuni per crescere nello spirito della Chiesa universale di cui la diocesi ne è una manifestazione.
Punto di riferimento per la nostra programmazione parrocchiale sarà quindi il Piano Pastorale Diocesano (libretto verde) in particolare alle pag. 27-34.37-38.75-76.
Maria Madre della Chiesa, accompagni i nostri passi, per non essere pigri nel camminare ma zelanti per ogni opera buona, per la maggior gloria di Dio e il bene dei fratelli:
META GENERALE DELLA PIANIFICAZIONE DEL TRIENNIO 2010-2013
Cosa vogliamo raggiungere?
Entro Giugno 2013 tutta la gente che vive nel territorio della Diocesi di Crotone-Santa Severina (praticanti e non, credenti e non, appartenenti ad altre religioni e indifferenti, cristiani della "soglia") é raggiunta attraverso iniziative periodiche ed é sensibilizzata al valore di relazioni umane autentiche a partire dalla fiducia, che esprime come desiderio di cambiamento; i servizi pastorali si realizzano in modo che educhino la gente al valore relazione; i settori esistenti percepiscono di poter partecipare alla vita della Chiesa che sta elaborando una sua pastorale organica; gli operatori pastorali riscoprono e sperimentano la virtù del dialogo e della riconciliazione e la Diocesi consolida le strutture esistenti e crea alla base nuove strutture di relazione, partecipazione e consultazione per consentire che il valore relazione sia al centro dell'azione pastorale.
I messaggi da annunciare, in coerenza con la diagnosi e l'obiettivo di questo primo triennio, sono:
" riferiti all'accoglienza nell'anno pastorale 2010-2011,
" riferiti alla libertà nell'anno pastorale 2011-2012,
" riferiti alla legalità e partecipazione nell'anno pastorale 2012- 2013.
Le opportunità individuate per un cammino pre-catecumenale di popolo, comune a livello diocesano sono:
1) Novembre: Defunti
2) Dicembre: Natale
3) Febbraio-Marzo: La quaresima
4) Marzo-Aprile: Pasqua
5) (Nel tempo proprio): Festa Patronale.
Ragioni che hanno giustificato la scelta dell'obiettivo.
1. Dalla diagnosi sulla realtà del nostro territorio
Questa meta é richiesta dalla situazione che la Diocesi vive: situazione nella quale emerge una sfiducia sistematica, quasi viscerale di fronte all' "altro" (persone, gruppi sociali, istituzioni) e di fronte al nuovo; sfiducia che si esprime come senso di impotenza e di rassegnazione fatalista al punto di rimanere in attesa passiva di quanto necessita e ritiene essere un diritto.
2. L'ideale che vogliamo raggiungere.
La Diocesi "Famiglia di famiglie" esige la fiducia come presupposto per creare rapporti autentici. Parte integrante della missione della Chiesa é promuovere tali relazioni.
3. Conversione necessaria per raggiungere l'obiettivo
E' necessario superare l'atteggiamento diffuso della difesa accanita di sé e di ciò che si ritiene proprio (famiglia, tradizioni e beni privati …) atteggiamento generato da varie forme deviate di gestione del potere, di sfruttamento, corruzione e violenza del "potente di turno" che ha determinato una concezione negativa dell'altro.
Esplicitazione della Meta:
(Questa esplicitazione ha lo scopo di chiarire la natura della meta scelta ed il significato delle parole usate in questo preciso contesto):
" Entro Giugno 2013:. rappresenta la data di scadenza del piano triennale. La data indica il termine entro il quale la Diocesi avrà compiuto tutto ciò che è nel suo potere per raggiungere tutte le persone e sensibilizzarle col valore contenuto nella meta. La scadenza, quindi, riguarda l'impegno della Diocesi e non la risposta di coscienza della gente davanti a quanto viene proposto. Tale risposta non è in alcun modo misurabile.
" Tutta la gente: poiché la missione della Chiesa è andare "in tutto il mondo" annunciando il vangelo, l'azione pastorale di una Chiesa particolare non può essere rivolta solo a "quelli che vengono". Deve raggiungere tutti, partire da tutti e con l'annuncio del Vangelo accolto nei cuori e per mezzo del battesimo, deve rendere tutti soggetto della missione della Chiesa e quindi dell'azione pastorale della Diocesi. Nessuno può essere escluso dall'annuncio: ecco perché abbiamo specificato le varie categorie di persone nella meta... per rendere più evidente cosa intendiamo con "tutta la gente" (cfr. la parabola del Seminatore).
" é raggiunta: contrariamente a quanto si può istintivamente credere, la meta generale non è "disporre" la risposta positiva della gente al valore che viene proposto in quanto questo dipende unicamente dalla coscienza di ognuno che si trova davanti a quel valore e vi reagisce; ciò che noi vogliamo piuttosto è arrivare a tutti, in qualche modo "toccarli", stabilire un contatto, e offrire loro la proposta del valore contenuto nella meta alla quale ciascuno reagirà secondo la propria coscienza. In altre parole compito della Chiesa è "andare" ed "evangelizzare". La conversione al Vangelo è una risposta sulla quale chi evangelizza non può avere alcun controllo diretto, ma dipende solo dalla coscienza di ciascuno. Pertanto questa e tutte le altre mete del piano pastorale avranno sempre la funzione suddetta.
" iniziative periodiche: ci riferiamo qui non all'azione pastorale dei livelli tradizionali che agiscono secondo i loro programmi interni ma a quella che verrà chiamata "pastorale delle moltitudini", ossia quel livello della pastorale, nuovo nella sua concezione perché concepito per elaborare e proporre gesti significativi orientati al popolo in quanto tale, preferibilmente in momenti in cui questo si ritrova spontaneamente o attorno a qualche tradizione religiosa o per altra ragione. Le iniziative sono periodiche per permettere una continuità nella trasmissione degli stimoli, ossia del valore che attraverso il gesto si vuole proporre e con cui si vuole sensibilizzare il popolo. L'azione pastorale, a questo livello, quindi, si concretizza in una serie di iniziative che devono essere distribuite nel tempo con cadenza a intervalli regolari, con un certo ritmo.
" é sensibilizzata: ritorniamo a quanto detto riguardo al primo punto. In questa fase l'obiettivo non è ottenere la piena conversione attorno ai più alti valori teologici da parte di un popolo che troppo in profondità è segnato da tanti valori sebbene, allo stesso tempo, in esso convivano innumerevoli anti-valori che scaturiscono dalla tradizione religiosa tramandata attraverso le generazioni. Tuttavia, poiché valori e anti valori spesso convivono in modo confuso nella vita della gente, ciò che vogliamo attraverso la meta generale e le varie iniziative della pastorale delle moltitudini e degli altri livelli e che la gente venga, appunto, raggiunta e sensibilizzata, ossia toccata, svegliata, scossa nella sua coscienza, inquietata, provocata a una certa reazione davanti al valore proposto; aiutata a percepire la bontà del valore; vogliamo che sia attratta e incuriosita dal messaggio che viene proposto anche se in questa fase iniziale la creazione si risolve in un mero atto di curiosità come di chi gira la testa per vedere distrattamente cosa sta succedendo; vogliamo proprio che la gente si accorga che qualcosa di nuovo nell'azione pastorale della Chiesa sta succedendo e che siano incuriositi a capirne di più.
" relazioni umane autentiche (a partire dalla fiducia): E' il valore centrale di tutta la meta, quello che deve catalizzare tutte le energie spirituali e pastorali delle azioni che verranno compiute nell'arco dell'anno pastorale. Le relazioni umane autentiche si contrappongono a uno stile relazionale segnato dalla non autenticità, dalla prevaricazione, dalla furbizia e da tutti quegli anti-valori presenti nella nostra cultura. Vogliamo favorire la diffusione della fiducia e dell'accettazione reciproca, e aiutare a vedere nell'altro un fratello, il volto del Cristo (avevo fame …).
" desiderio di cambiamento: il disagio che la gente soffre per i problemi sociali ed economici é giunto a tal punto che, nonostante le contraddizioni fra bene e male presenti nella coscienza degli individui e della cultura locale, vi è una iniziale e vaga percezione di un bisogno di cambiamento anche se questo viene legato prevalentemente alla dimensione socio- economico. Nel tentativo di raggiungere la nostra meta generale vogliamo che questa percezione istintiva della bontà del cambiamento venga sentita ed espressa come una necessità dalla quale dipende il futuro della comunità civile ma anche ecclesiale. Attraverso la sensibilizzazione al valore delle relazioni autentiche (a partire dalla fiducia) vogliamo suscitare progressivamente nel popolo non solo il desiderio, ma la richiesta, quasi un grido, di cambiamento.
" i servizi pastorali: sono i servizi della Liturgia, della Catechesi e della Carità, della promozione della spiritualità (qui collochiamo anche i Gruppi, Associazioni, Movimenti ecclesiali e Nuove Comunità, ecc. come anche l'apostolato biblico in quanto promotori di spiritualità).
" educhino: educazione che avviene primariamente con il modo di gestire i servizi pastorali e non solo nel mero fatto di espletarli ne col mero fatto di espletarli con la convinzione che una sporadica esortazione spirituale sia sufficiente a far crescere un popolo. La parola spiega gli atteggiamenti necessari perché i servizi espletati siano evangelizzati e gli atteggiamenti, a loro volta, realizzano allo spirito la parola di Dio che evangelizza attraverso il servizio liturgico espletato. Si tratta di educare un popolo a vivere secondo la fede, la speranza e la carità.
" i settori esistenti: I settori esistenti sono i ragazzi, i giovani, gli adulti; missioni; categorie specifiche come la pastorale per la cultura; insegnanti, imprenditori, commercianti, eccetera.
" percepiscono: assaporino, gustino, prendano un primo contatto al fine di comprendere (ancora non siamo alla comprensione), poter partecipare alla vita della Chiesa che si interessa di loro...;
" operatori pastorali: tutti coloro che svolgono un servizio in nome dell'appartenenza alla comunità (clero, laici, religiosi e religiose);
" riscoprano e sperimentino la virtù del dialogo e della riconciliazione: gli operatori pastorali sono il volto attraverso il quale la Chiesa é percepita come credibile o non credibile davanti al mondo. Quanto indicato per loro nella meta pertanto, si riferisce alla necessità di sviluppare il gusto e il senso dell'insieme e di voler lavorare insieme nonché sviluppare, allo stesso tempo, una adeguata capacità di ascolto e di risposta nella sincera ricerca della verità mentre attraverso la riconciliazione, gli operatori in prima persona vivono uno dei più grandi valori della fede cristiana che li rende idonei a testimoniare con la vita ciò che affermano con le parole.
" la Diocesi consolida le strutture: avviare un progetto pastorale nuovo presuppone l'attenzione a quanto già esiste, per rafforzarlo nel proprio funzionamento nonché orientarlo a quella necessaria organicità e promossa dallo stesso progetto. Si tratta quindi di rafforzare e irrobustire tutti gli organismi ed uffici già esistenti affinché rispondano sempre meglio al loro compito e, allo stesso tempo, comincino a guardare al cammino unitario della Diocesi come a qualcosa che è il loro compito promuovere, abituandosi a tale scopo progressivamente a creare alla base nuove strutture di relazione, di partecipazione e consultazione: tradizionalmente il ruolo del popolo di Dio nella chiesa e quello di una quasi totale passività rispetto al protagonismo assoluto del clero e della gerarchia. Il Concilio Vaticano II (LG 32) ha ridato dignità al ruolo de1 popolo, come parte integrante della missione della Chiesa, ma per superare l'attuale distanza fra gerarchia e popolo occorre creare nuovi spazi (con spazi intendiamo organismi e strutture) in cui i battezzati possono esprimere la loro voce in prima persona, nella certezza che quella voce arriverà al destinatario che deve confrontarsi con essa qualunque sia la conclusione finale di un determinato dialogo; tali spazi servono anche affinché il vescovo raggiunga, attraverso strutture idonee, tutte le famiglie della Diocesi e sia in grado di consultarle su questioni che riguardano la loro vita come quella della Chiesa a cui appartengono. In ultima istanza questi spazi devono servire ad aiutare le persone a uscire da un anonimato ecclesiale e ad acquisire una identità all'interno della comunità mediante una relazione autenticamente umana fra le persone da un lato e dall'altro fra la comunità e l'istituzione.
OBIETTIVO GENERALE ANNUALE
(L'obiettivo triennale, sopra descritto, viene "smontato" in tre obiettivi annuali, attorno ai quali si elabora la PROGRAMMAZIONE ANNUALE)
Obiettivo 2010-2011
Tutta la gente che vive nel territorio della diocesi di Crotone -Santa Severina (praticanti e non, credenti e non, appartenenti ad altre religioni e indifferenti, cristiani della "soglia") é raggiunta attraverso iniziative periodiche ed é sensibilizzata al valore dell'accoglienza.
Nella gestione dei servizi pastorali si introducono delle prime scelte, nel contesto di quanto già fanno, orientate a trasmettere il senso dell'accoglienza; i settori pastorali si accorgono e prendono coscienza della nuova impostazione pastorale che identifica il cammino della diocesi; gli operatori pastorali si accorgono e prendono coscienza di un cammino pastorale diocesano organico scandito da un progetto che chiede loro di cominciare a lavorare in sinergia per la crescita dell'insieme della comunità diocesana; la diocesi avvia la creazione di nuove strutture di partecipazione, mentre quelle esistenti si accorgono e prendono coscienza della nuova impostazione pastorale.
Ragioni che hanno giustificato la scelta dell'obiettivo:
" Dalla diagnosi sulla realtà del nostro territorio.
Questo obiettivo é richiesto dalla realtà sociale nella quale viviamo, realtà caratterizzata dalla difesa accanita di sé e di ciò che si ritiene proprio, per affermare la propria individualità, fino a considerare l'altro un nemico da cui difendersi.
" L'ideale che vogliamo raggiungere.
La chiesa comunione esige di aprirsi all'accoglienza degli altri nella loro diversità ed originalità per promuovere la persona e camminare insieme come popolo di Dio.
" Conversione necessaria per raggiungere l'obiettivo.
Per superare la paura dell'altro che determina chiusura ed individualismo, occorre riconoscerlo ed accoglierlo come uguale a sé, compagno di vita ad imitazione di Cristo.